Jérôme Lejeune

* Atei e materialisti sono obbligati, se onesti, a porsi una questione molto pesante: se non c’è nessun Dio, nessuna intelligenza creatrice, nessuno Spirito che abbia scritto le leggi della natura, allora essi devono ammettere che tutto è fortuito, tutto è frutto del caso. Allora anche la nostra intelligenza è il risultato di null’altro che un fortunoso lancio di dadi. Come si può, quindi, pretendere che tra un prodotto del caso come la nostra intelligenza e le leggi che regolano l’universo ci sia una qualche ipotesi di corrispondenza?
Al contrario se siamo Cattolici siamo di fronte ad un altro postulato: che Dio esiste, le leggi dell’universo le ha scritte Lui. Sappiamo che Dio ha fatto anche noi, a sua immagine, e somiglianza. E se somigliamo a Dio, allora non è irragionevole sperare che anche il nostro spirito possa arrivare a cogliere e a capire le leggi di Dio.

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